STRATEGIE • CGM sta per completare un importante ampliamento della sede, che porterà maggiore efficienza produttiva, ma guarda anche con interesse al canale retail.
L’aumento generalizzato dei costi e l’impatto delle ondate di diffusione dei contagi sui consumi fuori casa non fermano le aziende solide. E’ il caso di CGM, realtà marchigiana specializzata negli snack prefritti. Giuseppino Marinangeli, presidente del
CdA di CGM ci racconta le strategie che l’azienda sta adottando per affrontare questo momento delicato.
Come sta affrontando la vostra azienda il problema degli aumenti delle materie prime e dei costi energetici? Avete messo in atto delle strategie per cercare di contenerli?
Il problema degli aumenti delle materie prime e successivamente di tutti gli energivori, sta causando varie problematiche al nostro settore. Gli aumenti sono continui e sembra di essere entrati in un vortice senza uscita. Cerchiamo di avere più fornitori per ogni prodotto in modo da monitorare gli aumenti e capire se sono effettivi o frutto di fantasie o mode momentanee. Ma la cosa difficile è riuscire a ricaricare in modo adeguato il costo dei nostri prodotti… non riusciamo a stare dietro a tutti i rincari.
Avete dovuto effettuare ritocchi ai listini? Se sì come sono stati accolti dai vostri clienti? C’è spazio, a suo avviso, per accordi nella filiera per limitare l’incidenza degli aumenti sul prezzo di vendita al consumatore finale ed evitare cali nei consumi?
Dal dicembre dello scorso anno abbiamo dei nuovi listini prezzi, che devo dire sono stati accolti senza grosse remore dalla clientela, consapevole della situazione che stiamo vivendo un po’ tutti. Stiamo cercando di coinvolgere i nostri fornitori nel monitorare i prezzi, per cercare di non aumentare ogni settimana, altrimenti la gestione diventa impossibile. La nostra grossa preoccupazione riguarda soprattutto il canale horeca, dove i passaggi sono numerosi: noi vendiamo al grossista, il grossista all’esercente, l’esercente al pubblico. Il rischio è che con tutti questi step i prezzi di vendita finali subiscano degli aumenti che rendono i prodotti troppo cari e spostano di conseguenza l’interesse dei consumatori verso altre merceologie.
Dopo l’ottimismo dell’autunno, l’inizio dell’anno ha segnato una ripresa dei contagi da Covid. Che effetto ha avuto sulle vostre attività e sulle vostre strategie di mercato?
L’inizio del 2022, a differenza del lavoro svolto fino a Natale, ha subito un rallentamento, sicuramente meglio dello stesso periodo dell’anno passato in cui le attività erano chiuse per lockdown. Quest’anno gli esercizi commerciali sono rimasti aperte con le regole del super green pass, ma tra positivi, quarantene dirette, quarantene da contatto, soprattutto nel mese di gennaio, una grossa fetta della popolazione italiana è rimasta a casa, qualcuno per paura dei contagi ha preferito frequentare pochissimo i locali.
La vostra azienda è storicamente molto focalizzata sul canale horeca, alla luce degli ultimi due anni state guardando anche al canale retail e, se sì, come lo state approcciando?
La nostra azienda da sempre è stata focalizzata nella vendita nel canale horeca, ma visto la problematica causata dal covid stiamo cercando di recuperare qualche spazio nella vendita retail. Per questo abbiamo creato un pacchetto di 8 nuove referenze in astuccio da 200/250 gr, tutte linea forno, per agevolare la cottura nelle famiglie. Un Qr code sull’astuccio fornisce varie informazioni all’acquirente. Naturalmente, la vendita in GDO ha bisogno di commerciali inseriti in quel settore e per questo stiamo potenziando la nostra forza vendite.
In questo periodo così complesso CGM ha implementato un investimento strutturale. Ce ne vuole parlare?
E’ un progetto iniziato qualche anno fa, che ha subito rallentamenti causa covid, ma che tra giugno/luglio dovrebbe essere terminato. Si tratta di circa 4.000 metri quadri costruiti, con stoccaggio per 1.200 posti pedane di surgelati, linee di confezionamento robotizzate e automatiche, e una linea per la cottura e pre-frittura dei prodotti. Un investimento importate
sia organizzativo sia dal punto di vista economico, che permetterà a CGM di essere più competitiva sul mercato, con la possibilità di realizzare anche nuove tipologie di prodotti.
Uno dei temi chiavi in questo momento è la sostenibilità. Il consumatore finale chiede prodotti più sostenibili, ma non sempre è disposto a pagare di più per essi. Come affrontate questo tema?
Sicuramente per un’azienda alimentare la sostenibilità dei propri prodotti diventa un’argomentazione importante da
condividere con la propria clientela. La possibilità di usare materie prime stagionali o di filiera corta e uno sguardo all’ambiente magari usando confezioni compostabili, nuove tecniche produttive e di recupero che permettono di dimezzare i consumi di
acqua… sono tutte azioni apprezzate e permettono un modo migliore di vivere il mondo attuale e soprattutto futuro, anche se poi alcune definizioni non collimano completamente con quello che produciamo. Sono tutte belle cose, ma che impongono delle scelte a livello produttivo che nel nostro settore non vengono riconosciute dal consumatore finale: per meglio dire, in un piatto servito a tavola, in uno street food, in un happy hour…. è difficile veicolare un messaggio sulla sostenibilità. E’ molto più semplice farlo su una confezione retail dove possiamo spiegare le motivazioni di quello che stiamo attuando.